La Qualità è una caratteristica del pensiero e dell'espressione che viene individuata mediante un processo non intellettuale. Il che significa che essa non può essere definita, perché definire è, appunto, un processo intellettuale. Se Qualità è 'ciò che piace' la Scienza non contempla l'esistenza di Qualità, soffre di una forma di pregiudizio nei suoi confronti.
Robert M. Pirsig

27 ottobre 2010

Il Maschio da Monte 2007 - Santa Barbara

Rosso Piceno DOC
Montepulciano 100%
Gradazione alcolica: 14%
Nato dalla precisa volontà di Stefano Antonucci di proporre il Montepulciano, non nella classica versione abruzzese, ma con un carattere marchigiano nella sua espressione migliore e rivalutarlo, riposa per 18 mesi in barrique per poi proseguire l'affinamento in bottiglia.
I numerosi riconoscimenti conseguiti negli anni confermano l'impegno del produttore nel voler consegnare qualità imbottigliata.
Sicuramente un progetto importante per un vino longevo.
Alla visiva, limpido, rubino vivo con ottima consistenza.
Intensità olfattiva accentuata accompagnata da una ampia complessità, qualitativamente fine richiama la marasca e frutti di bosco in confettura, fiori rossi in bouquet, tabacco, balsamicità e mineralità elegante.
Alla gustativa è secco, caldo, abbastanza morbido, buona freschezza, con tannino ben dosato e buona sapidità.
Ottima è la persistenza, equilibrio perfetto.
Eccellente per complessità ed armonicità.
Nel corso della serata ha egregiamente accompagnato bocconcini di tagliata al tartufo con aceto balsamico tradizionale.
Da abbinare a formaggi stagionati, stufati, cacciagione.
Ideale per meditare a fine pasto.

AZIENDA SANTA BARBARA
Borgo Mazzini, 35
60010 Barbara (AN) ITALY
Tel. (0039) 071.9674249           
Fax: (0039) 071.9674263
Website: http://www.vinisantabarbara.it/index.htm
E-mail: info@vinisantabarbara.it

26 ottobre 2010

Risotto zucca, tartufo e colatura di alici


Le prime piogge di cambio stagione mettono voglia di caldo.
Niente di più accogliente può essere un risotto con i profumi dell'autunno strizzando l'occhio all'estate appena finita, con un filo di colatura di alici di Cetara che possa contrastare la consistenza e la dolcezza della zucca.
Procedimento classico nella preparazione del risotto, aggiungo solo parte del tartufo prima di mantecare, con il burro, per poi spolverarne altro prima di portare in tavola.

22 ottobre 2010

Ricotta Romana DOP

Ero da tempo sulle tracce della ricotta di pecora romana DOP, qualche volta sono riuscito ad incontrarla con piacere, ma da così vicino era veramente da tempo che non mi capitava.
Da una ricerca sul web sono arrivato al caseificio "La Quercia" con il quale mi sono prontamente messo in contatto, per sapere dove poter reperire il prodotto su Roma.
Dopo un breve scambio di e-mail sono stato invitato a visitare il caseificio, dove mi sono recato con due amici.
Una volta sul posto non riuscivamo a credere ai nostri occhi, nell'immaginario un caseificio per tradizione è molto più simile ad una capanna, ad una stalla mentre stavolta ci siamo trovati difronte ad una struttura modernamente attrezzata nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie e del disciplinare imposto dalla UE per la realizzazione della Ricotta Romana DOP.
Una lunga chiacchierata con il signor Ercole che ci ha gentilmente aperto le porte dello stabilimento, guidandoci nel cammino che intraprende il latte una volta giunto in caseificio fino a divenire prodotto finito (ricotta, caciotta, primosale) e mostrarci tutta la loro professionalità passo dopo passo.
Prodotti freschi, semi stagionati e stagionati fanno bella mostra negli ambienti di invecchiamento, dove sapienti mani si occuperanno di loro periodicamente.
La ricotta romana DOP è stato l'ingrediente base della cena di ieri sera.
Ricotta "indorata e fritta" accompagnata da un "brut" di Passerina di Offida.
Si è prestata, inoltre, adeguatamente alla preparazione di ravioloni con funghi porcini e tartufo abbinati ad un barbaresco 2003.
Funghi e tartufo anche per la tagliata di fracosta, che nel pomeriggio avevo ricevuto dalla "Tenuta Le Chiuse Di Reopasto", innaffiata da aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia.
Una leggera salata e scottata poi tenerezza e morbidezza hanno soddisfatto le nostre papille gustative.
Una caciotta invecchiata 15 mesi, sempre del caseificio "La Quercia", ha egregiamente accompagnato un barolo 2005 fino a fine pasto.
A chiudere caffè corretto con ricotta romana.


Non sono riuscito a fare scatti alle portate.

La Quercia srl
Via L. Einaudi, 80
Loc. Tavernelle Guidonia-Roma
(Via Tiburtina , km 19.300)
tel/fax + 39 0774.373741
tel. +39 0774.358054

Stamattina sulla mia scrivania per accompagnare biscotti di farina integrale e per correggere il caffè c'è questo:

19 ottobre 2010

Finger food

Una visita ad un mercato bio ed una settimana abbastanza impegnata, dal punto di vista culinario, mi ha fatto optare per la preparazione di un pò di piatti a base di ortaggi.
Al mercatino bio ho acquistato, al distributore mobile di BIOLA', latte crudo, stracchino e ricotta vaccina.
Morivo dalla voglia di riassaporare il latte crudo e tornato a casa ho subito preso il bicchiere e sentito quanto fosse corposa e pastosa la naturale bevanda bianca.
Ho preso a diversi banchi radicchio, patate, melanzane e peperoni.

Con il radicchio ho fatto degli involtini ripieni con la ricotta vaccina BIO, un filo d'olio evo ed aceto balsamico tradizionale.
Le patate sono state lessate in un brodo vegetale e poi infornate. Una volta tolte dal forno le ho guarnite con dei peperoni alla paprika dolce.

15 ottobre 2010

Barbaresco Sorì Burdin - FontanaBianca

Un vino langarolo, un capolavoro in bottiglia per accompagnare la mia genovese.
Proviene dalla sottozona più prestigiosa in possesso dell'azienda, il Burdin nasce esclusivamente in un vigneto esposto a sud.
Siamo a Neive (CN), e rifiutando il ricorso all'utilizzo di prodotti sistemici, i proprietari di questa azienda agricola si rifanno alla tradizione per la cura delle vigne.
Premiati per l'attenzione all'ambiente e la ricerca di livelli di qualità elevati in ogni processo aziendale hanno reso il loro vino famoso nel Mondo.
Il 2003 ha mostrato un carattere spigoloso, ricordiamo che l'estate del 2003 è stata non calda ma rovente.
Alla visiva si presenta deciso, di un granato brillante, di ottima consistenza.
Al naso schietti arrivano: frutti di bosco, viola, pepe e con spalla alcolica decisa.
Lasciato riposare si apre notevolmente: note di cacao, more, ribes.
In bocca arriva abbastanza fresco, morbido, buone persistenza ed equilibrio.
Il 2004 si presenta elegante nella consistenza, brillante l'unghia arancia. Con più rotondità rispetto al 2003, esprime morbidezza al naso con note balsamiche e si conferma al palato.
Fine nella persistenza e nell'equilibrio.
Ho scelto il 2004 per l'abbinamento con la pasta e il 2003 per la carne alla genovese.
Ben dosato il legno in entrambe le annate.



Fontanabianca
Via Bordini n. 15
12052 NEIVE (CN)
Tel.+39 0173.67195
Fax +39 0173.67195
Website: http://www.fontanabianca.it/
E-mail: info@fontanabianca.it

14 ottobre 2010

La genovese #1

La genovese è un piatto tipico della tradizione napoletana.
Diverse sono le versioni sul nome che ha il piatto, ma ricerche riportano a due testimonianze attendibili. Io credo sia stato il nome del cuoco che ha “creato” il piatto, tal Sig. Genovesi e da li al piatto “alla Genovesi” a dare il nome che arrivato a noi: “ ‘a genovese”.
È un piatto propriamente della “domenica”, infatti il menu in alternativa al classico ragù prevedeva la genovese.
Dopo aver letto sul blog di Maruzzella un intervento che ha risollevato un post ormai datato, ho subito capito cosa avrei proposto a degli amici a cena, e trovar così l’occasione di degustare un buon calice di vino. Sì, mi son detto, preparo una bella genovese!
Per il formato di pasta ho optato per degli ziti lunghi di Gragnano trafilati in bronzo.
Ma era ora di studiare la composizione del piatto e iniziare a prepararlo.
Ho chiamato mamma per le ultime conferme.
Quindi niente soffritto, niente alloro.
La ricetta di famiglia prevede la preparazione in una caccavella dove adagiare le cipolle, sedano, carota ed ovviamente la carne.
Macinata abbondante di sale, un pizzico di pepe e per concludere 1 bicchiere di vino bianco secco.
Chiusa la caccavella con il suo coperchio, la si lascia, a fuoco lento, a completare la cottura rigirando il tutto almeno e far cuocere perlomeno per 4 ore.
È importante che durante la cottura la carne sia sempre coperta dal sugo ottenuto dalle cipolle.
Dopo aver spezzato gli ziti lunghi, misuro 3 dita e spezzo, li ho fatti cuocere in abbondante acqua salata, scolati al dente e mantecati con due mestoli di sugo. Il piatto è stato completato, prima d’esser servito, con un ulteriore mestolo di sugo sopra.
Ora c’è un altro amletico dubbio: formaggio grattugiato a completare il piatto oppure no?
E il vino?

6 ottobre 2010

País Vasco - Zarautz

Uno dei soggiorni dell'appena terminata estate, quest'anno, è stato Zarautz.
Paesi Baschi spagnoli, completamente diversi dalla voglia di essere "pettinati" come quelli francesi, ma non per questo meno originali, autentici.
Zarautz si affaccia sull'oceano regalando spot per la pratica del surf di giorno, ma di sera i vicoli di questo paese diventano una vera e propria occasione per degustare specialità basche in taverne, ristoranti, birrerie, bar.
Più volte ci siamo fermati in una taverna, in pieno centro, e tra pintxos e txakolì, tra una domanda sugli ingredienti e la degustazione di vini locali, abbiamo stretto amicizia con i proprietari del locale i quali hanno ricambiato con piatti sempre abbondanti delle loro specialità.
Il txakolì che ti propongono viene prodotto a Getarìa, piccolo centro visibile da Zarautz, su terrazze esposte alle intemperie dell'oceano.
Vino da degustare giovane, fruttato, dall'aroma intenso, con prezzi di mercato sempre molto abbordabili.
Una buona etichetta di Getariako Txakolina l'abbiamo degustata presso l'enoteca/ardotegia "ANIMA" - zigordia kalea, 16, accompagnato da pimiento de Gernika.
Quì il contatto FB: Ardotegia ANIMA

2 ottobre 2010

Fettuccine 'a bbolognese

Partendo dalla voglia di fare la pasta in casa, il primo sugo utile da porterci abbinare che mi è tornato in mente è stato il ragu alla bolognese.
E subito sono riaffiorati i ricordi di quando nel burro, carote, sedano e cipolla venivano messi ad imbiondire da mia madre che stava sempre lì a rigirare e quel profumo che riempiva la cucina in un attimo.
Poi l'aggiunta della carne tritata, la "tirata" con il vino, il brodo con del concentrato di pomodoro, la passata fatta in casa, il latte aggiunto quasi a fine cottura.
Per fare le fettuccine non rimaneva che impastare, far riposare, stendere e tagliare l'impasto.
Nel mentre ho grattugiato il parmigiano, da servire a parte a tavola alla giusta temperatura, in modo tale da poterlo gustare in tutto il suo carattere, non gradisco il parmigiano grattugiato direttamente dal frigo al piatto.
Ora che l'idea di cena si è materializzata in un paio d'ore in quella che sarebbe stata realmente la mia cena, non rimaneva che dedicarsi all'abbinamento del vino.
Rosso.
Sicuramente rosso. L'abbinamento cromatico in questo caso andava rispettato sebbene di tanto in tanto mi piace anche rischiare, ma non era questo il caso.
Del centro Italia.
Senza alcun dubbio questi elementi mi hanno portato a scegliere un Rosso Piceno Superiore.
Il "Brecciarolo" (2007) dell'azienda vitivinicola Velenosi Vini.
Sangiovese e Montepulciano provenienti da vigneti siti nei comuni di Offida e Ascoli Piceno.
Dal colore rosso rubino intenso si presenta con ottima consistenza.
Al naso fiori rossi in bouquet, frutta rossa matura con accennata mineralità.
Gustativa fresca, tannino tondo e sapidità, dalla buona persistenza, complesso, abbastanza fine.
Consigliato un ulteriore periodo di affinamento.