La Qualità è una caratteristica del pensiero e dell'espressione che viene individuata mediante un processo non intellettuale. Il che significa che essa non può essere definita, perché definire è, appunto, un processo intellettuale. Se Qualità è 'ciò che piace' la Scienza non contempla l'esistenza di Qualità, soffre di una forma di pregiudizio nei suoi confronti.
Robert M. Pirsig

30 gennaio 2010

Zucca


Ed eccolo ancora fumante.
A dire il vero avevo voglia di fare un risotto ma quando ho aperto il frigo ed ho trovato anche un pacchetto di gnocchi freschi, ho virato verso la soluzione più veloce.
Ovunque si possono trovare ricette e dosi di questo piatto.
Io non faccio altro che seguire invece il mio naso nella preparazione della zucca. Deve avere quel profumo dolce ma non la persistenza che poi vira verso lo stucchevole e allora un pizzico in più di sale, un pò di pepe mentre la zucca è in padella ad ammorbidire con un mestolo di brodo.
Per 2 persone:
300 gr gnocchi freschi
250 gr di zucca tagliata a dadi
olio EVO (per mantecare)
sale
pepe
noce moscata
prezzemolo
1 noce di burro
1/4 di cipolla

Mettere ad imbiondire la cipolla nel burro sciolto a fuoco lento.
Aggiungere la zucca ed un mestolo di brodo vegetale.
Durante la cottura rigirare e controllare, aggiungere del brodo se occorre, salare e pepare.
Con la spatola di legno, una volta ammorbidita la zucca iniziare a macerarla.
Aggiungere la noce moscata prima di mantecare.
Scolate gli gnocchi appena vengono a galla nell'acqua bollente ma evitate che diventino troppo bianchi e gonfi d'acqua che ritrovereste nel piatto dopo.

Tempo di preparazione 20 minuti

27 gennaio 2010

Peperoni alla basque su crostino di pane e crema di ricotta e scampi


Nel giorno in cui Andrià annuncia che si concederà un periodo di riposo di due anni, parliamo di cucina basca o quella che ho avuto modo di provare nei viaggi nei Paesi Baschi.
Questo crostino si è rivelato una vera sorpresa! Quando l'ho preparato ho seguito quanto avevo già immaginato su come potevano sposarsi gli ingredienti, il profumo che ne scaturiva e come lo avrei servito, le cose sterili ovviamente non sanno di niente.
La preparazione richiede un pò di impegno a causa del tempo richiesto dalla cottura dei peperoni alla basca (in una padella scaldare l'olio, aggiungere i peperoni tagliati a listelle, le cipolle, 1 cucchiaino di zucchero di canna, coprire e rigirare di tanto in tanto, aggiungendo brodo per completare la cottura e rendere tenere le verdure).
Nel frattempo, senza perdere di vista la padella, si possono cuocere gli scampi.
Per la preparazione di questo crostino, piuttosto che scottarli in padella, ho preferito dare agli scampi una leggera sbollentata in brodo vegetale, una volta cotti li ho sgusciati e puliti (è importante asportare il filetto nero dell'intestino).
Una volta freddi li ho uniti alla ricotta di pecora romana (adoro la ricotta di Lopez, via Boccea), ho aggiunto un filo d'olio EVO e frullato a bassa velocità per permettere alla ricotta di ampliarsi ed ottenere una crema omogenea.
Cotti i peperoni e preparato il crostino l'ho servito su base calda aggiustando con sale e pepe (solo la base con la crema).

Ingredienti:

1 lt. brodo vegetale (per la preparazione dei peperoni)
1/2 lt. brodo vegetale (per gli scampi)
2 Peperoni (1 giallo e 1 rosso)
2 cipolle bianche
1 cucchiaio di olio EVO (per la cottura dei peperoni)
1 cucchiaino di zucchero di canna
3 etti ricotta di pecora romana
6 scampi
sale
pepe


In abbinamento abbiamo bevuto YVES RUFFIN Rosè che ha accompagnato anche il primo piatto (schiaffoni con funghi porcini e triglie).

23 gennaio 2010

Enoteche trasteverine


Ieri sera siamo usciti a fare un giro a Trastevere per il compleanno di un'amica e l'appuntamento era il pretesto per recarsi in un'enoteca a bere insieme un calice di vino o almeno quella era l'intenzione. Arrivati in enoteca ci viene presentata (presentata poi ...) la carta dei vini (la carta dei vini poi ...). Iniziamo a sfogliarla per scegliere una bottiglia e si presenta con dei fogli di carta marroncina (tipo quella delle tovagliette) dove in alto c'è scritto a penna la regione e sotto le etichette disponibili nonchè il prezzo.
Val d'Aosta pagina vuota.
Piemonte pagina vuota (PIEMONTE PAGINA VUOTA!)
Emilia-Romagna 1 etichetta
Toscana 1 etichetta
Abruzzo 1 etichetta
Campania 1 etichetta
Sicilia 1 etichetta
Tutte le altre pagine riportavano i nomi delle regioni ma erano praticamente vuote (bianche non si può dire).
Se il buongiorno si vede dal mattino quella era una giusta motivazione per alzarsi e scappare senza nemmeno salutare, ma visto che fuori ci sarà stato al massimo 1° abbiamo deciso di stappare in quell'angusto loco una bottiglia.
Mentre leggo la carta dei vini mi si avvicina la "cameriera" (ma, cosa certa, manco le camere sarebbe stato in grado di gestire) e rivolgendosi a tutti esordisce cosi: "se volete da mangiare allora potete sfogliare il menu, altrimenti per i vini vi dico io cosa c'è disponibile, sulla carta non sono segnati". Amen.
Ci guardiamo abbastanza sorpresi, mi alzo e chiedo di poter vedere le etichette disponibili: "sì abbiamo nero d'avola, falanghina, montepulciano ... "
ed io: "ma le bottiglie poste lì in alto? Di che si tratta?".
La sua risposta: "non le guardi li saliamo di prezzo, almeno 30-35 euro a bottiglia".
Ma che ti ho chiesto il prezzo? Mah.
Scegliamo un MONTEPULCIARO d'Abruzzo, etichetta scarsa almeno al pari della qualità.
Stappa la bottiglia ovviamente shakerandola per bene, si avvicina al tavolo con un vassoio con 8 calici (ce ne fossero stati almeno 3 uguali avrei apprezzato).
Ovviamente vino scarso al naso, figuriamoci in bocca.
Il commento più "onesto" è stato: "Ma c'è anche un pò di vino oppure è tutta acqua?".
Paghiamo il conto e usciamo.
Ci dirigiamo verso il cuore di Trastevere, altro wine-bar, altra storia.
Sotto a chi tocca. Adocchiato il posto e letta la carta dei vini posta all'ingresso chiediamo di poter entrare.
Ci fanno gentilmente attendere in sala d'attesa visto il freddo che c'era fuori, apprezziamo il gesto e pure il gusto con il quale è arredato il posto, si intravedono le prime etichette di vino degne. Una volta accomodati ci sbattono sul tavolo la carta dei vini e quella dei cocktails.
L'onore e l'onere per la scelta della bottiglia ricade ancora una volta su di me.
Chiedo a tutti che vino gradirebbero degustare e giungiamo alla prima conclusione.
Proviamo a bere un vino che sia in grado di riscaldarci in questa gelida serata.
Quasi fosse una provocazione, con il consenso dei presenti, ordino anche qui una bottiglia di quello che è nel mio immaginario enoico il MONTEPULCIANO d'Abruzzo.
Arriva il cameriere (studentello forse) e gli chiedo se è disponibile il Montepulciano e lui risponde con una domanda: "ma il Montepulciano è rosso o bianco?".
Domanda degna di un'ulteriore fuga a gambe levate ma faceva freddo e l'etichetta meritava.
Alza gli occhi, controlla tra gli scaffali e dice: "abbiamo nero d'avola, falanghina ma quello che ha chiesto non lo vedo e quindi non c'è". E se lo dici tu.
Gli chiedo allora uno refosco dal peduncolo rosso e lui mi guarda con gli occhi sbigottiti.
L'avete scritta voi la carta dei vini o è solo il frutto della mia immaginazione e voglia di bere 1 calice?
Conveniamo per una bottiglia di Barbera e lui invece, soddisfatto, torna con una bottiglia ricordandomi che era quella che la nostra prima richiesta.
Soddisfatto apre la bottiglia, versa il vino per l'assaggio, per fortuna adiempe al servizio come si conviene.
La nostra scelta è ricaduta sul Montepulciano Marina Cvetic' - San Martino 2005.
Ma quanto sbattere per bersi un calice in questa giungla di città che ancora non offre la qualità e pensa solo alla quantità.
Chiude la serata un bicchiere di "Malvasia delle Lipari" di Hauner rigorosamente con sentori di tappo servito in un bicchiere da grappa.
Oggi resto a casa a meditare.

18 gennaio 2010

Il miglior mercato in casa: il frigo


Domenica mattina avevo un pò di tempo da poter dedicare alla realizzazione di un antipasto diverso e con gli ingredienti disponibili in casa, perchè il posto migliore dove poter fare la spesa è senz'altro il frigo, mi sono cimentato nella preparazione di questo "sfizio".
Avendo a disposizione uova e yogurt (l'ho usato al posto della panna) ho dapprima fatto rosolare 1 cipolla in olio EVO, poi l'ho caramellata con dello zucchero ed in infine innaffiata con aceto balsamico e lasciata sul fuoco fino a totale assorbimento di quest'ultimo.
Ho montato a neve l'albume, l'ho fatto ritirare leggermente in padella con fiamma media ed aggiunto lo yogurt, poi i tuorli e sempre rigirando con spatola di legno, ho salato e pepato.

12 gennaio 2010

Le migliori 99 Maison di Champagne 2010 - iPhone App


Dopo aver letto con curiosità la versione cartacea 2009 della guida "Le migliori 99 Maison di Champagne" per apprezzare il lavoro del team di appassionati non solo ai lieviti e all'anidride carbonica e che hanno girato in lungo e in largo la regione dello Champagne,, ho sfogliato con rinnovato interesse la 2010 che presenta una veste grafica più affine a questo leggendario vino, contenuti rinnovati, stamattina ho trovato sull'Apple Store l'app de "Le migliori 99 Maison di Champagne".
In linea con la versione cartacea anche questa risulta ben fatta, funzionale, intuitiva oltre a curiosità sui produttori ed ai possibili abbinamenti.

11 gennaio 2010

Presentazione


Neapolitan cook.
Un blog di cucina.
Come se non bastassero già tutti gli altri che senso ha aprirne uno nuovo nel 2010?
E' un esperimento di cucina, proprio come la mia passione di stare ai fornelli e un punto di incontro per chiacchierare di cucina, di degustazioni.
Una cucina vista, rivista e perchè no presentata come da tradizione, ma comunque eseguita sempre a modo mio e con in abbinamento un'etichetta.
Siccome di tradizione ho parlato, apro questo spazio con un post dedicato alla pizza, quella fatta in casa.
In foto quella con pomodorini e fior di latte, perchè a mio vedere la pizza si fa col fior di latte.

Accompagnamento delle pizze della serata un René Collard "Cuvée Ultime" Brut Nature.