La Qualità è una caratteristica del pensiero e dell'espressione che viene individuata mediante un processo non intellettuale. Il che significa che essa non può essere definita, perché definire è, appunto, un processo intellettuale. Se Qualità è 'ciò che piace' la Scienza non contempla l'esistenza di Qualità, soffre di una forma di pregiudizio nei suoi confronti.
Robert M. Pirsig

23 gennaio 2010

Enoteche trasteverine


Ieri sera siamo usciti a fare un giro a Trastevere per il compleanno di un'amica e l'appuntamento era il pretesto per recarsi in un'enoteca a bere insieme un calice di vino o almeno quella era l'intenzione. Arrivati in enoteca ci viene presentata (presentata poi ...) la carta dei vini (la carta dei vini poi ...). Iniziamo a sfogliarla per scegliere una bottiglia e si presenta con dei fogli di carta marroncina (tipo quella delle tovagliette) dove in alto c'è scritto a penna la regione e sotto le etichette disponibili nonchè il prezzo.
Val d'Aosta pagina vuota.
Piemonte pagina vuota (PIEMONTE PAGINA VUOTA!)
Emilia-Romagna 1 etichetta
Toscana 1 etichetta
Abruzzo 1 etichetta
Campania 1 etichetta
Sicilia 1 etichetta
Tutte le altre pagine riportavano i nomi delle regioni ma erano praticamente vuote (bianche non si può dire).
Se il buongiorno si vede dal mattino quella era una giusta motivazione per alzarsi e scappare senza nemmeno salutare, ma visto che fuori ci sarà stato al massimo 1° abbiamo deciso di stappare in quell'angusto loco una bottiglia.
Mentre leggo la carta dei vini mi si avvicina la "cameriera" (ma, cosa certa, manco le camere sarebbe stato in grado di gestire) e rivolgendosi a tutti esordisce cosi: "se volete da mangiare allora potete sfogliare il menu, altrimenti per i vini vi dico io cosa c'è disponibile, sulla carta non sono segnati". Amen.
Ci guardiamo abbastanza sorpresi, mi alzo e chiedo di poter vedere le etichette disponibili: "sì abbiamo nero d'avola, falanghina, montepulciano ... "
ed io: "ma le bottiglie poste lì in alto? Di che si tratta?".
La sua risposta: "non le guardi li saliamo di prezzo, almeno 30-35 euro a bottiglia".
Ma che ti ho chiesto il prezzo? Mah.
Scegliamo un MONTEPULCIARO d'Abruzzo, etichetta scarsa almeno al pari della qualità.
Stappa la bottiglia ovviamente shakerandola per bene, si avvicina al tavolo con un vassoio con 8 calici (ce ne fossero stati almeno 3 uguali avrei apprezzato).
Ovviamente vino scarso al naso, figuriamoci in bocca.
Il commento più "onesto" è stato: "Ma c'è anche un pò di vino oppure è tutta acqua?".
Paghiamo il conto e usciamo.
Ci dirigiamo verso il cuore di Trastevere, altro wine-bar, altra storia.
Sotto a chi tocca. Adocchiato il posto e letta la carta dei vini posta all'ingresso chiediamo di poter entrare.
Ci fanno gentilmente attendere in sala d'attesa visto il freddo che c'era fuori, apprezziamo il gesto e pure il gusto con il quale è arredato il posto, si intravedono le prime etichette di vino degne. Una volta accomodati ci sbattono sul tavolo la carta dei vini e quella dei cocktails.
L'onore e l'onere per la scelta della bottiglia ricade ancora una volta su di me.
Chiedo a tutti che vino gradirebbero degustare e giungiamo alla prima conclusione.
Proviamo a bere un vino che sia in grado di riscaldarci in questa gelida serata.
Quasi fosse una provocazione, con il consenso dei presenti, ordino anche qui una bottiglia di quello che è nel mio immaginario enoico il MONTEPULCIANO d'Abruzzo.
Arriva il cameriere (studentello forse) e gli chiedo se è disponibile il Montepulciano e lui risponde con una domanda: "ma il Montepulciano è rosso o bianco?".
Domanda degna di un'ulteriore fuga a gambe levate ma faceva freddo e l'etichetta meritava.
Alza gli occhi, controlla tra gli scaffali e dice: "abbiamo nero d'avola, falanghina ma quello che ha chiesto non lo vedo e quindi non c'è". E se lo dici tu.
Gli chiedo allora uno refosco dal peduncolo rosso e lui mi guarda con gli occhi sbigottiti.
L'avete scritta voi la carta dei vini o è solo il frutto della mia immaginazione e voglia di bere 1 calice?
Conveniamo per una bottiglia di Barbera e lui invece, soddisfatto, torna con una bottiglia ricordandomi che era quella che la nostra prima richiesta.
Soddisfatto apre la bottiglia, versa il vino per l'assaggio, per fortuna adiempe al servizio come si conviene.
La nostra scelta è ricaduta sul Montepulciano Marina Cvetic' - San Martino 2005.
Ma quanto sbattere per bersi un calice in questa giungla di città che ancora non offre la qualità e pensa solo alla quantità.
Chiude la serata un bicchiere di "Malvasia delle Lipari" di Hauner rigorosamente con sentori di tappo servito in un bicchiere da grappa.
Oggi resto a casa a meditare.

2 commenti:

  1. Paky ma..neanche uno studentello dovrebbe fare l'errore di chiedere se il Montepulciano è rosso o bianco!!!!
    E comunque, la descrizione é fedele alla serata, almeno nelle aprti alle quali ho assistito.
    Chi ddici, ci pruvamu n'autra vota???
    Sicula- mente ^_^

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  2. Sulo n'autra vota?
    Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
    Trastevere è una zona abbastanza ampia, sicuramente ci rifaremo in seguito (sperem)

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