La Qualità è una caratteristica del pensiero e dell'espressione che viene individuata mediante un processo non intellettuale. Il che significa che essa non può essere definita, perché definire è, appunto, un processo intellettuale. Se Qualità è 'ciò che piace' la Scienza non contempla l'esistenza di Qualità, soffre di una forma di pregiudizio nei suoi confronti.
Robert M. Pirsig

9 novembre 2010

Non porto profumo

Sono anni che non porto profumo, l'unico ed ultimo flacone che mi è stato regalato fa ancora bella mostra di se in attesa che evapori del tutto, al profumo di mare (!).
Negli anni non ho più sopportato la voglia di essere abbinato o abbinare una persona o una cosa ad un profumo da vetrina e basta, mi sono sbilanciato andando oltre, scovando, cercando peculiarità nascoste e non fidandomi del mio naso da subito.
Non che non ne abbia mai usati, anzi. Floreali, fruttati, essenze esotiche, profumi lontani, patchouli, cannella si sono alternati sullo scaffale.
Ricordo gli ultimi: profumazioni mediterranee, dal basilico, al bergamotto fino al mandorlo di Sicilia.
In cucina invece tutto cambia.
I profumi sono alla base, sono l'essenza di un piatto da quando lo immagini fino a quando lo realizzi.
Buona dose, per me, di inebriante profumo è la preparazione dello strudel.
Vi chiederete cosa ci prova a fare un napoletano a fare lo strudel.
Seguendo scrupolosamente la procedura consigliata da un pasticcere trentino in quel di Rovereto negli anni sono riuscito a personalizzarla e farlo sempre uguale.
Questa volta però, visto che aderisco al contest di Arabafelice, ho optato per dei ravioli di strudel.
E' ovviamente importante scegliere gli ingredienti prima di tutto. La cosa fondamentale, non solo secondo me, sta nella scelta o selezione delle mele.
Innanzitutto non deve mancare la renetta, poichè credo che dia "carattere", la golden per la succulenza e poi una fuji per il profumo delicato e deciso allo stesso tempo.
Una particolare attenzione è dedicata alla fase di taglio della mela, poichè in questo caso le ho tagliate a fettine sottili e non a cubetti, visto che poi sarebbero state stese sulla sfoglia del raviolo, una volta freddate.
Aggiungo prima di farle freddare, ancora nel paiolo, l'uvetta candita tenuta a bagno e strizzata, i pinoli, le mandorle tritate al mortaio, la cannella e a sopresa da parte dei commensali, marmellata o cioccolata extra fondente.
A differenza di tante altre preparazioni e ricette che si trovano in rete, grazie alle varie prove, con una certa esperienza posso dire che preferisco aggiungere il pangrattato sulla sfoglia prima di stendere la farcia e non in padella quando una volta imbiondite dal burro e successivamente caramellate con lo zucchero di canna, in questa maniera svolge la funzione assorbente del liquido che la mela, una volta infornata, rilascia.
Una volta tolte dal forno spolverata di zucchero vanigliato e cannella.

4 commenti:

  1. Anche a me piace fare lo strudel e non sono certo di Trento!!
    E anche io metto il pangrattato sulla sfoglia e non in padella.
    Ottimi i tuoi strudelini!! Immagino l'aroma gustoso in giro per la tua cucina, questo si che é profumo!!

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  2. io ci ho provato una volta sola a fare lo strudel classico con la sfoglia sottile e mi ricordo che era venuto bene, ottima l'idea di porzionare nei ravioli, ma sai che il pane gratuggiato prima di riempire lo metto pure io.. forse l'ho letto su qualche libro con ricette tradizionali della zona, ciao Ely

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  3. Lo strudel lo adoro, bella la tua versione personalizzata ;-)
    In bocca al lupo :-)

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  4. complimenti per questi strudel!
    annoto con piacere il suggerimento sul pangrattato...

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