L'edizione appena terminata di Vinitaly è stata, per quel che mi riguarda, contrassegnata dalla volontà di ricercare, come sempre, piccole realtà in grado di raccontare sempre di più la loro esperienza e la loro vita attraverso il vino.
Molte volte, accade che, stappando una bottiglia, degustandola e traendo da essa ciò che può raccontare, ci si dimentichi dell'uomo, delle persone e della passione che quotidianamente questi eroi trasferiscono alla terra per poi poterla ritrovare nel calice.
In Italia, da un pò tempo a questa parte, stiamo assistendo ad una attenzione e responsabilizzazione, dalla parte di chi produce vino, nei confronti prima della terra e dei filari poi, per far esprimere al meglio gli aspetti legati al territorio, che va quotidianamente rispettato.
Si legge troppo spesso sui giornali che nel mondo del vino, dove l'Italia ricopre un ruolo importante, si scoprono frodi, si raggirano leggi e disciplinari per produrre sempre più un maggior numero di bottiglie a fronte di una richiesta crescente sul mercato, alterando il contenuto della bottiglia e, cosa ancor più grave, tradendo le aspettative dei consumatori/appasionati. Per fortuna però non è sempre così.
Prossimamente avrò modo di raccontare vini, vita e passione di molti produttori.
Una particolare attenzione è stata dedicata ai produttori di vini estremi, a quelli di vini non filtrati nè chiarificati, a quelli che non adoperano sostanze chimiche, alle vigne vecchie e a chi come noi, ogni volta, vuole emozionarsi ancora.
14 aprile 2010
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